“Che cosa credi di fare?” “Vado a spegnere l’incendio!” “Con una goccia d’acqua?” – è lo scambio di battute che si sente provenire dal televisore mentre uno dei protagonisti, Michele, guarda i cartoni animati. Mammarranca, cortometraggio del regista Francesco Piras entrato nella Selezione Ufficiale del Festival Cortinametraggio (20 – 27 marzo 2022), dove verrà proiettato in anteprima nazionale, racconta uno spaccato di vita odierno, con protagonista l’infanzia vissuta nella periferia cagliaritana, precisamente nel quartiere di Sant’Elia.

Michele e Giaime s’inseriscono con fantasia e sguardo fanciullesco nella cementata realtà dei margini, caratterizzata da paesaggi antropomorfizzati fino all’estremo e dove la precarietà lavorativa dell’industria detta quotidianamente la riuscita o il fallimento dell’individuo nella società. Di questo terno al lotto del mondo adulto se ne preoccupano per osmosi anche i bambini i quali, rubato un biglietto della lotteria insieme a qualche altro oggetto randomico da una tabaccheria, vivono l’eccitamento di tentare la svolta, grattandolo insieme e provando poi a rivenderlo. In realtà, l’interesse dei protagonisti per un’eventuale riuscita monetaria è scarsa e puramente simbolica, così come simbolici sono il mostro che abita i fondali del canale Mammarranca in attesa dei bambini imprudenti, e la statua di legno santificata dove vengono affissi desideri e preghiere dalle persone. Il mostro e la statua rappresentano tangibilmente i poli opposti del “vinci tutto o perdi tutto” del biglietto, e ciò che muove veramente i giovani protagonisti è la speranza, la goccia d’acqua, di vincita e riuscita nella vita in generale – Michele chiede infatti al padre se a lui fosse mai successo, nella vita, di vincere qualcosa, ma non riceve risposta.

L’opera ricerca questa risposta in un dialogo costante con la Fortuna, unico elemento su cui è possibile fare affidamento in una realtà dove la concreta progettazione dell’avvenire appare un orizzonte lontano e difficilmente raggiungibile, e soprattutto perché anche il passato dei bambini è in verità incerto e inaffidabile – quando Giaime chiede a Michele dove sia sua mamma questo risponde di non saperlo, perché essa è un mistero. E sono sempre la fortuna e il caso a determinare il finale dell’opera, uniche varianti attendibili del presente, che annullano tramite i loro dettami ogni ipotetica certezza verso il passato o speranza verso il futuro.

Chiara Bardella